UBI BANCA 2029-5,875 sub T2 call 2024

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    Intesa Sanpaolo: via libera preventivo Bce ad acquisizione Ubi Banca (RCO)
    (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 06 giu - Intesa Sanpaolo ha ricevuto dalla Banca Centrale Europea l'autorizzazione preventiva all'acquisizione diretta di una partecipazione di controllo - pari almeno al 50% del capitale piu' un'azione - in UBI Banca, nonche' per l'acquisizione indiretta di una partecipazione di controllo in IW Bank. Lo annuncia, in un comunicato, Intesa Sanpaolo, ricordando che l'autorizzazione fa seguito alla presentazione alla predetta autorita' dell'istanza corredata delle idonee informazioni a supporto della validita' degli obiettivi strategici dell'operazione, finalizzati al rafforzamento della sostenibilita' della creazione di valore per tutti gli stakeholder e resi noti al mercato. com-amm (RADIOCOR) 05-06-20 20:16:41 (0579)NEWS 3 NNNN
     
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    Nessuna decisione è stata presa sulla concentrazione Intesa Sanpaolo-Ubi.
    “Non è stata assunta alcuna decisione da parte dell’Autorità sulla compatibilità dell’operazione con le regole della concorrenza”. La precisazione arriva dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) che definisce “del tutto infondate” alcune notizie stampa relative all’operazione di concentrazione Intesa SanPaolo/Ubi Banca.
    “Allo stato, infatti, è stata trasmessa alle imprese interessate la sola Comunicazione delle Risultanze Istruttorie, che rappresenta la valutazione preliminare degli uffici dell’Autorità in ordine alle possibili criticità concorrenziali dell’operazione di concentrazione”, precisa l’autorità.
    La decisione definitiva in merito alla compatibilità della concentrazione, conclude la nota, sarà assunta dal Collegio solo all’esito del contraddittorio con le imprese interessate.
     
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    ROMA (MF-DJ)--L''Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca "ha ricevuto un via libera preliminare da parte della Bce qualche settimana fa perche'' dal nostro punto di vista rispetta i criteri che siamo chiamati a valutare. Trattandosi di un''operazione in corso e al vaglio di altre autorita'' non posso aggiungere altro, anche se in generale, sia pure con prudenza, guardiamo con favore a processi di aggregazione". Lo ha detto al Sole 24 ore il presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, Andrea Enria.
     
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    L’ops lanciata da Intesa Sanpaolo non è conveniente. E’ il responso del cda odierno di UBI Banca, che conferma le attese della vigilia e apre le strade a due possibili scenari: Intesa Sanpaolo può andare avanti lo stesso senza modificare le condizioni dell’OPS al via lunedì oppure potrebbe decidere di alzare l’offerta.Nel dettaglio il management di UBI Banca ha elencato ben sei motivi dietro al giudizio negativo sull’offerta ostile di Intesa.

    In primo luogo, non prevedendo un corrispettivo per cassa, pone a carico degli azionisti di Ubi Banca i rischi connessi al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’operazione definiti da Intesa. Il Corrispettivo – rappresentato da un rapporto di cambio tra Azioni UBI e Azioni Intesa – non remunera adeguatamente tali rischi e, inoltre, comporta un’allocazione del valore e delle sinergie molto più favorevole agli attuali azionisti di Intesa Sanpaolo.
    Secondo punto, il Corrispettivo esprime una valorizzazione di UBI Banca che non riflette il suo reale valore e penalizza gli Azionisti di UBI Banca rispetto agli azionisti di Intesa.

    Terzo punto, l’azione UBI presenta elevate potenzialità di crescita di valore, tenendo anche conto delle prospettive di crescita su base stand-alone di UBI Banca rappresentate dai target del Piano Industriale Aggiornato, della sua solidità patrimoniale e della sua posizione di player di rilievo in grado di rivestire un ruolo chiave nel processo di consolidamento nel contesto bancario del Paese.

    Quarto, la possibilità per Intesa di conseguire gli Obiettivi Strategici dell’operazione è incerta, in quanto condizionata da plurimi e concorrenti fattori, evidenziati dalla stessa Intesa nel Documento di Registrazione, tra cui le incertezze circa il perfezionamento della Fusione e dell’operazione di cessione del Ramo Bancario a BPER e dei Rami Assicurativi a UnipolSai ai termini e alle condizioni previsti da Intesa.

    Quinto, gli Azionisti di UBI Banca che non dovessero aderire all’OPS sarebbero comunque tutelati dai presidi previsti dalla normativa.

    Sesto e ultimo punto, l’Offerta si inserisce in un più ampio disegno strategico, volto a rafforzare la posizione di Intesa in Italia attraverso l’eliminazione di un concorrente, senza in realtà modificare il posizionamento europeo di Intesa. L’OPS è controproducente anche per gli stakeholder di UBI Banca in quanto consentirebbe a Intesa di creare una posizione di leadership dominante in Italia, anomala tra i grandi Paesi europei e potenzialmente dannosa per il tessuto economico e sociale dei territori in cui opera UBI Banca.
    UBI rimarca che Intesa definisce di “alta” rilevanza e ad “alta” probabilità di accadimento il rischio che gli Obiettivi Strategici dell’Operazione e i Dati Previsionali, ovverosia i target reddituali e i flussi di dividendi annunciati e “promessi” agli Azionisti di UBI Banca, “non siano raggiunti”.
    Titolo UBI in volata, Intesa potrebbe rivedere al rialzo l’offerta

    Oggi il titolo UBI si muove in controtendenza salendo di oltre il 2% a 3,07 euro. Movimento dettato dal rumor circa l’apertura di Intesa Sanpaolo a prendere in considerazione l’idea di migliorare la propria offerta di acquisizione per UBI Banca. A riferirlo è il quotidiano La Stampa. In passato l’amministratore delegato di Intesa, Carlo Messina, aveva più volte ribadito che non intendeva rivedere al rialzo l’offerta. Adesso, stando a quanto riferisce il quotidiano torinese, un’offerta migliorata non è più considerata “un tabù”.
    L’Offerta Pubblica di Scambio (Ops) di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca prevede un periodo di adesione fissato dal 6 al 28 luglio (estremi inclusi). Per ogni azione Ubi portata in adesione all’Ops sono offerte 1,7 azioni Intesa rivenienti dall’aumento di capitale. Quindi, per ogni 10 azioni Ubi portate in adesione saranno corrisposte 17 azioni Intesa Sanpaolo.
     
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    Ubi Banca resta ferma nella sua posizione e dice no (per la seconda volta) all’offerta messa sul piatto da Intesa Sanpaolo. E questo nonostante il rilancio di venerdì scorso, con l’aggiunta di una parte in contanti pari a 0,57 euro per azione. Il gruppo bancario guidato da Victor Massiah affida a una lunga nota di aggiornamento la sua posizione, spiegando che “Il consiglio di amministrazione di Ubi Banca ritiene che, nonostante il riconoscimento della componente in denaro, l’offerta non riconosca appieno il valore complessivo di Ubi Banca“. E ancora Ubi sottolinea che “gli elementi di novità emersi dall’analisi del comunicato di aumento del corrispettivo e del supplemento al prospetto e rappresentati esclusivamente dal rilascio dell’autorizzazione antitrust e dalla previsione della componente in denaro, non sono tali da far superare tutte le considerazioni conclusive espresse dal consiglio di amministrazione di Ubi Banca nel comunicato dell’emittente”.

    Ubi Banca parte proprio dal rilancio e afferma che ” il corrispettivo incrementato esprime una valorizzazione di Ubi Banca che ancora non riflette il suo reale valore e non riconosce agli azionisti: il contributo apportato al valore complessivo della combined entity; e un adeguato valore delle sinergie prospettate da Intesa Sanpaolo”. “Come prevedibile il cda di Ubi rifiuta l’offerta di Intesa Sanpaolo che secondo noi è divenuta ancora più irrinunciabile in seguito al recente rialzo“, commentano gli analisti di Equita che confermano la raccomandazione buy su Intesa e quella reduce su Ubi. Gli esperti della sim scrivono ancora che il board “ha basato la decisione su opinioni di parte che, secondo noi, si scontrano con dati fattuali che avrebbero dovuto portare a conclusioni opposte”.

    Equita: la proiezione di superare il 60% diventa sempre più concreta

    Intanto l’offerta di Intesa Sanpaolo continua a riscuotere successo. Lo dimostra l’andamento delle adesioni all’Ops che hanno raggiunto, alla data di ieri, il 26,4% rispetto al 17% del giorno precedente. L’offerta si concluderà martedì prossimo 28 luglio, “a 3 giorni dalla scadenza le adesioni sono 3 volte superiori alla media di quelle registrate nelle più recenti Ops – affermano da Equita – a conferma di una curva di adesione molto più accelerata che dà visibilità alla proiezione riportata dalla stampa ieri in base a cui l’offerta raggiungerebbe agevolmente adesioni superiori al 60%”. Come ricorda oggi “Il Sole 24 Ore”, tra i grandi soci si sono espressi a favore le Fondazioni Crc (5,9%) e Banca del Monte di Lombardia (3,9%), Cattolica (1%) e il patto dei soci bresciani (8%).

    In una giornata impostata al ribasso per Piazza Affari, appesantita dalle rinnovate tensioni tra Cina e Stati Uniti che hanno fatto scattare il risk off sui mercati, Ubi Banca e Intesa Sanpaolo si muovono in territorio negativo, mostrando una flessione rispettivamente di quasi il 2% a 3,6 euro e dell’1,6% a 1,81 euro.
     
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    La Consob ha deciso di estendere il periodo di adesione degli azionisti di Ubi Banca all’ops di Intesa SanPaolo di altri due giorni. E’ quanto si legge in un comunicato diramato dalla Commissione, con data 27 luglio.

    “La Consob in data odierna, con delibera n. 21460 del 27 luglio 2020 ha disposto la proroga d’ufficio, ai sensi dell’art. 40, quarto comma, del Regolamento Emittenti del periodo di adesione dell’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria promossa da Intesa Sanpaolo S.p.A. avente ad oggetto azioni ordinarie emesse da Unione di Banche Italiane S.p.A per ulteriori due giorni di negoziazione; pertanto il periodo di adesione all’Offerta pubblica di scambio si concluderà in data 30 luglio 2020”.

    Le adesioni all’offerta sono salite ieri al 43,48% grazie principalmente all’apporto, nella giornata di ieri, di oltre il 10,82% del capitale di Ubi, il dato più alto dall’avvio dell’opas di Intesa SanPaolo sulla banca. La Consob ha concesso due giorni in più “per consentire agli azionisti di Ubi Banca di disporre di un’informativa completa e corretta per un adeguato periodo di tempo”.

    Ieri forte tonfo di Ubi Banca, in vista di oggi 28 luglio, data inizialmente fissata come ultima giornata di adesione all’ops di Intesa SanPaolo. Il titolo ha chiuso con un crollo dell’8,82% a 3,31 euro.

    Equita aveva spiegato di attendersi da ieri che i titoli Ubi iniziassero “a cessare di incorporare i termini dell’offerta di Intesa, inclusa la componente cash di 0,57 euro per azione (16% del valore del titolo) e il premio implicito nel concambio (17 azioni Intesa Sanpaolo per ogni 10 Ubi, che garantiscono un premio del 27,6% rispetto ai prezzi pre-annuncio)”.

    “Infatti -aveva spiegato Equita – chi compra i titoli sul mercato oggi (ieri per chi legge) non può più consegnare i titoli in offerta dato che il periodo di adesione termina martedì 28”.

    Equita, nella nota della vigilia ha continuato a “consigliare di aderire all’Ops”, e ha fatto notare che ieri il titolo Ubi, che trattava a premio del 49%/145% rispetto ai peer più diretti (P/TE a 0,52 volte rispetto ai 0,35 volte di Bper e 0,21 volte di Banco Bpm), avrebbe iniziato a “sottoperformare in maniera significativa”.

    Motivo? “Il venir meno del supporto dei termini dell’offerta, la convergenza ai multipli dei peers e alla valutazione fondamentale comportano un downside risk di oltre il 40%”.
     
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    UBI entra in galassia Intesa SanPaolo.
    29/07/2020
    E alla fine anche i soci storici di Ubi Banca sono capitolati, non riuscendo a rifiutare quell’offerta che gli analisti di Equita avevano definito ormai “irrinunciabile”, dopo la decisione di Intesa SanPaolo di renderla ancora più attraente, con l’aggiunta della componente cash a quella azionaria.
    Carlo Messina, numero uno di Ca’ de Sass, può cantare vittoria, visto che ha già vinto, assicurandosi il 71,9% delle adesioni all’ops da parte degli azionisti di Ubi.
    Borsa Italiana ha reso noto infatti nella giornata di ieri che le adesioni sono balzate al 71,9%, ben oltre la soglia target del 66,67% fissata da Intesa SanPaolo: per la precisione, le azioni ordinarie apportate all’offerta sono state 325.203.052, per un totale di 822.627.479 azioni apportate complessivamente dal 6 luglio 2020, data di inizio dell’Ops.
    L’operazione si concluderà ufficialmente domani, giovedì 30 luglio, come da proroga stabilita dalla Consob, che l’altroieri ha esteso il periodo di adesione, la cui fine era stata precedentemente fissata a martedì 28 luglio, di due giorni.
    Borsa italiana ha ricordato ieri che le azioni Ubi Banca acquistate sul mercato nei giorni 29 e 30 luglio 2020 non potranno essere apportate in adesione all’offerta.
    A questo punto l’operazione di Intesa SanPaolo è perfettamente riuscita, visto il superamento della soglia target prefissata. Anzi, delle due soglie target stabilite. Messina puntava come minimo al 50% del capitale più un’azione per controllare Ubi Banca, e ancora di più al 66,67%: in questo modo la fusione per incorporazione sarebbe diventata effettiva, Intesa avrebbe avuto il controllo delle assemblee straordinarie, senza incontrare alcun ostacolo al compimento dell’altro accordo siglato con Bper: quello relativo alla vendita di 532 filiali della nuova entità risultante dalla fusione a Bper, per soddisfare le richieste dell’Antitrust. Di fatto, così sarà: con le adesioni al 71,9%, la missione può dirsi compiuta.
    Ma lo è davvero? Il Sole 24 Ore riporta oggi che “negli ambienti vicino a Ca’ de Sass – che è supportata da Mediobanca, che agisce da lead financial advisor, oltre che da Equita, JpMorgan, Morgan Stanley e Ubs – c’è fiducia in vista del superamento di quota 80%. Ora si attendono le ultime mosse: quelle dei fondi istituzionali, in particolare, che come di consueto attendono l’ultimo giorno per prendere parte a operazioni simili”.
    In generale, i quotidiani italiani si chiedono anche quelle che saranno le prossime mosse di Messina & Co.
    La Stampa scrive: “Prossima fermata l’Europa, cui Messina guarda come terreno della seconda ondata di consolidamento”. Il Fatto Quotidiano dice “Intesa padrona della finanza: conquista Ubi (e pensa a Rcs)”. Così anche Dagospia: “Non è finita: ora comincia la seconda parte della guerra sul potere economico-finanziario del paese che vedrà lo scontro dell’asse Messina-Nagel-Cimbri verso il trio Cairo-Mustier-Del Vecchio, a partire dal Corriere della Sera”.
    In che senso? Così il Giornale qualche settimana fa, nell’articolo Intesa-Ubi, la sfida tra i nuovi salotti:
    riguardo al Corriere della Sera, conquistato da Urbano Cairo quattro anni, aveva scritto il Giornale, “l’operazione Intesa-Ubi può segnare la rottura di Cairo con Intesa, istituto schierato al suo fianco nell’Opa su Rcs del 2016 (e tuttora creditore di una trentina dei 100 milioni di debito residuo del gruppo editoriale): finanza ed editoria vanno da sempre a braccetto nelle manovre dell’establishment nazionale ed è difficile non leggere l’intervento di Salvatore Bragantini, sul Corriere del 3 luglio scorso, come un duro attacco a Intesa e all’Ops su Ubi, sferrato proprio alla vigilia”.
    Ancora prima, sempre il Giornale faceva notare come la la composizione dei salotti italiani fosse cambiata e come, compattati dall’Ops su Ubi, vicini a Messina ci fossero sia Unipol, sia Nagel.
    “Che il salotto buono spazzato via nel 2016 si stia ricomponendo con forme diverse? Magari ripensando a Rcs (dove è tuttora ben presente in cda)? Cairo fa spallucce e ricorda che del Corriere ha il 60% e quindi, se qualcuno avesse strane idee, «me lo devono rubare». In campo c’è anche altro, a cominciare da Generali. Si vedrà presto”, scriveva il quotidiano.

    La vera svolta si è avuta nella giornata di ieri, con l’adesione del Car. La Stampa riporta la nota con cui i grandi soci storici di UBI hanno deciso di dire di sì all’ops di Intesa SanPaolo: “Dopo il parziale riconoscimento del valore economico di Ubi banca», arrivato con il rilancio, ma «soprattutto» dopo aver ricevuto «ampie rassicurazioni» su personale, territorio, continuità nei progetti, «rapporto di collaborazione con gli imprenditori azionisti», dopo tutto questo il patto con il suo residuale 9% «ha deciso di aderire all’Opas di Intesa Sanpaolo», si legge nella nota del Car.
    Dal fronte degli investitori istituzionali, si ricorda che l’offerta aveva già visto l’adesione di grandi soci come Fondazioni Crc (5,9%), Banca del Monte di Lombardia (3,9%), Cattolica (1%) e il patto dei soci bresciani (8%) mentre quello degli azionisti bergamaschi, secondo La Stampa, aveva deciso di lasciare libertà di scelta.
    Fonti finanziarie hanno poi rivelato ieri che il sì è stato pronunciato anche dal fondo Silchester, che detiene l’8,5% del capitale di Ubi Banca. E il Sole 24 Ore riporta che “un contributo di rilievo sarebbe arrivato, secondo fonti finanziarie, anche dallo stesso fondo Parvus, ritenuto vicino a Ubi, che avrebbe conferito una parte, circa il 2,5%, del suo 7-8% circa”.
    Così ancora La Stampa: “I prossimi due giorni, l’extra tempo voluto da Consob, porteranno a un prevedibile effetto-valanga in cui la gran parte del capitale, inclusi i piccoli azionisti, tenderà ad aderire per non restare intrappolata in una posizione di minoranza senza prospettive e senza premio. Al punto che qualcuno si spinge ora a prevedere un risultato finale anche superiore al 90%.
     
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    Con un comunicato datato 3 agosto, Intesa SanPaolo diffonde i risultati definitivi dell’ops su Ubi Banca, conclusasi con successo lo scorso 30 luglio. DI seguito, alcuni estratti del comunicato:

    “Con riferimento all’offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria totalitaria promossa da Intesa Sanpaolo S.p.A. (“Intesa Sanpaolo” o l'”Offerente”), ai sensi e per gli effetti degli articoli 102 e 106, comma 4, del D. Lgs. n. 58 del 24 febbraio 1998, come successivamente modificato (il ‘TUF’), nonché delle applicabili disposizioni di attuazione contenute nel regolamento approvato da CONSOB con delibera n. 11971 del 14 maggio 1999, come successivamente modificato (il ‘Regolamento Emittenti’) su massime n. 1.144.285.146 azioni ordinarie di Unione di Banche Italiane S.p.A. (l”Emittente’ o “UBI Banca”), rappresentanti l’intero capitale sociale sottoscritto e versato dell’Emittente (l’ “Offerta”), e facendo seguito al comunicato circa i risultati provvisori dell’Offerta (e del Private Placement) pubblicato in data 30 luglio 2020, l’Offerente comunica quanto segue:

    L’istituto precisa che “salvo ove diversamente indicato, i termini utilizzati con lettera iniziale maiuscola nel presente comunicato hanno il significato a questi attribuito nel documento di offerta (il “Documento di Offerta”) approvato da CONSOB con delibera n. 21422 del 25 giugno 2020 e pubblicato dall’Offerente in data 26 giugno 2020 (la “Data del Documento di Offerta”)”.

    Sulla base dei risultati definitivi comunicati dagli Intermediari Incaricati a Intesa Sanpaolo (nella sua qualità di Intermediario Incaricato del Coordinamento della Raccolta delle Adesioni, a seguito dell’intervenuta efficacia della fusione per incorporazione di Banca IMI S.p.A. nell’Offerente), durante il Periodo di Adesione risultano portate in adesione all’Offerta (incluse quelle portate in adesione attraverso il Private Placement), n. 1.031.958.027 Azioni UBI pari a circa il 90,203% delle Azioni UBI oggetto dell’Offerta e a circa il 90,184% del capitale sociale di UBI Banca. Rispetto a quanto indicato nel comunicato sui risultati provvisori dell’Offerta (e del Private Placement) diffuso in data 30 luglio 2020, si registra una variazione in aumento delle adesioni per n. 1.500 Azioni UBI.

    Alla Data del Documento di Offerta, l’Offerente deteneva, direttamente e indirettamente (anche a mezzo di società fiduciarie o per interposta persona), complessive n. 288.204 azioni ordinarie dell’Emittente, pari allo 0,0252% (arrotondato per difetto alla quarta cifra decimale) del capitale sociale dell’Emittente alla Data del Documento di Offerta e alla data del presente comunicato(1).

    “Per effetto del regolamento dell’Offerta (e del Private Placement) e sulla base dei risultati dell’Offerta (e del Private Placement), l’Offerente giungerà a detenere complessivamente n. 1.041.458.904 Azioni UBI, pari a circa il 91,0139% del capitale sociale di UBI Banca, tenuto conto che (i) l’Offerente nel periodo intercorrente tra la Data del Documento di Offerta e la data odierna l’Offerente non ha acquistato (direttamente e indirettamente, anche a mezzo di società fiduciarie o per interposta persona) Azioni UBI al di fuori dell’Offerta (incluso il Private Placement), (ii) n. 39.127 Azioni UBI (pari allo 0,0034%, arrotondato per difetto alla quarta cifra decimale, del capitale sociale dell’Emittente), che alla Data del Documento di Offerta Intesa Sanpaolo deteneva in pegno con diritto di voto, sono state liberate dal pegno e (iii) UBI Banca detiene n. 9.251.800 azioni proprie rappresentative dello 0,8085% (arrotondato per difetto alla quarta cifra decimale) del capitale sociale dell’Emittente.

    Si precisa che in tale computo non sono considerate le Azioni UBI che fossero detenute da fondi di investimento e/o altri organismi di investimento collettivo del risparmio gestiti da società del Gruppo ISP in piena autonomia da quest’ultimo e nell’interesse della clientela.

    Si segnala inoltre che sono complessivamente pervenute adesioni “con riserva” per n. 334.454 Azioni UBI da parte di n. 103 aderenti. Tali adesioni non sono state conteggiate ai fini della determinazione delle percentuali di adesione all’Offerta.

    Come ulteriormente specificato anche nella successiva sezione “Efficacia dell’Offerta”, sulla base dei risultati definitivi dell’Offerta l’Offerente comunica che:

    come già indicato nel comunicato sui risultati provvisori diffuso in data 30 luglio 2020, la Condizione Soglia Percentuale (ossia la detenzione da parte dell’Offerente di una partecipazione complessiva pari ad almeno il 66,67% del capitale sociale dell’Emittente) risulta avverata; e le altre Condizioni di Efficacia dell’Offerta risultano avverate o, secondo i casi, rinunciate da ISP, come ulteriormente specificato anche nella successiva sezione “Efficacia dell’Offerta”.

    Pertanto, l’Offerta è efficace e può essere perfezionata.

    Si ricorda che il corrispettivo complessivo, non soggetto ad aggiustamenti, per ciascuna azione di UBI Banca portata in adesione all’Offerta (incluse quelle portate in adesione attraverso il Private Placement) (il “Corrispettivo”) è rappresentato dal Corrispettivo in Azioni indicato nel Documento di Offerta pari a n. 1,7000 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione in esecuzione dell’aumento di capitale al servizio dell’Offerta e da un corrispettivo in denaro pari a Euro 0,57 (il “Corrispettivo in Denaro”).

    Come ulteriormente specificato nella sezione “Pagamento del Corrispettivo”, gli Aderenti riceveranno il pagamento del Corrispettivo il 5 agosto 2020 e il pagamento dell’Importo in Contanti della Parte Frazionaria entro il 19 agosto 2020.
     
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    stanno capendo che è roba ISP

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    denaro in salita a 113...finalmente
     
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    si sono accorti che è isp
     
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    per me non si sono ancora accorti di nulla
    rendimento fuorimercato rispetto a roba isp
     
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